Giuseppe Leone Premio Mediterraneum 2012 per la Fotografia

Leone

Nelle fotografie di Leone non cercate la collera né la pietà civile né l’avvampo della metafora; bensì, istigato dall’eccellente mestiere, un colpo d’occhio avvezzo a cogliere le mimiche significanti del grande teatro umano.

Gesualdo Bufalino

Giuseppe Leone, siciliano (vive e lavora a Ragusa), da oltre cinquant’anni racconta la Sicilia attraverso immagini di persone, luoghi, feste, paesaggi e architetture, quasi sempre in bianco e nero perché ‹‹il bianco e nero è l’interpretazione della natura e delle sue trasformazioni, il colpo d’occhio che scarica da ogni orpello un’immagine per dare senso a quello che è l’essenza di ciò che vedi››.

In veste di narratore ha condiviso l’esperienza profonda di questa terra con autori che come lui ne hanno saputo cogliere bellezza e contraddizioni – da Sciascia, a Bufalino, a Consolo – senza mai cadere nello stereotipo: ‹‹La macchina è uno strumento per poter dialogare con quello che ti circonda. Allora il fotografo diviene, oltre che un interprete, un ricercatore. A me non interessa l’immagine eclatante da scoop, ma una fotografia concettuale, di ricerca, di immediatezza, visto che mi dedico ad afferrare l’immagine al volo […]. Quando torno da una battuta fotografica sono felice se nel mio paniere ci sono almeno tre immagini indimenticabili. Le immagini per essere tali devono avere una grande forza evocativa e interpretativa››.

Dal catalogo “MAXXI Architettura. Fotografia” per la collezione del Museo MAXXI di Roma

I suoi lavori si sono sviluppati a 360°, pubblicazioni sul paesaggio, architettura, feste popolari, antropologia, moda, lavorando per riviste nazionali e estere sia a colori sia con il prediletto bianconero.

Di lui scrive Silvano Nigro: Leone è un narratore della Sicilia, dei suoi monumenti, delle sue feste, dei costumi e della vita tutta, per immagini fotografiche. Come da viaggiatore incantato, forse l’ultimo in giro per l’Isola.

Un narratore che si è accompagnato a Sciascia, a Bufalino e a Consolo e ha rivelato alla letteratura, la Sicilia più vera, quella degli uomini come quella della pietra vissuta e del paesaggio.

Ha esordito illustrando il volume di Antonino Uccello La civiltà del legno in Sicilia (Cavallotto, 1973). Da allora le sue fotografie hanno arricchito numerosi libri, cataloghi e riviste di editori italiani e stranieri.

Tra le pubblicazioni più note: La Pietra vissuta con testi di Mario Giorgianni e Rosario Assunto (Sellerio, 1978); La Contea di Modica con testo di Leonardo Sciascia (Electa, 1983); L’Isola nuda con testo di Gesualdo Bufalino ( Bompiani, 1988); Il Barocco in Sicilia con testo di Vincenzo Consolo (Bompiani, 1991); Sicilia Teatro del mondo con testo di Vincenzo Consolo e Cesare De Seta (Nuova Eri, 1990); L’isola dei Siciliani con testo di Diego Mormorio (Peliti associati, 1995); Immaginario barocco con testi di Salvatore Silvano Nigro e André Chastel (Kalós, 2006); Un viaggio lungo mezzo secolo con testo di Antonino Buttitta (Kalós, 2008).

Ha realizzato numerose mostre personali in Italia e all’estero.

Gaetano Pennino

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