Premio Mediterraneum 2015 per la Fotografia
Mario Cresci
Fin dagli anni Sessanta è autore di opere eclettiche caratterizzate da una libertà di ricerca che attraversa il disegno, la fotografia, l’esperienza video, le installazioni. Tra i primi in Italia della sua generazione, applica la cultura del progetto e la coniuga a una sperimentazione sui linguaggi visivi, attribuendo alla funzione del mezzo fotografico una valenza opposta a quella di conferma di veridicità del reale. Le capacità di analisi della percezione visiva, della forma e della fenomenologia del pensiero artistico, acquisite al Corso Superiore di Industrial Design di Venezia, si confrontano subito, tra la fine degli anni Sessanta e per tutto il decennio successivo, con lʼesperienza del lavoro sul campo.
Negli anni 1968 e 1969 svolge la sua attività tra Roma Milano e Parigi.
A Roma, in particolare, realizza con due nastri fotografici dai contenuti di contestazione politico-sociale, una serie di performances urbane.
A Milano invece compone la prima installazione fotografica in Europa alla Galleria Il Diaframma di Milano, esponendo un migliaio di cilindri trasparenti contenenti altrettante fotografie, anch’esse trasparenti, intese come simboli del consumismo di allora, nel nome del dualismo tra ricchezza e povertà.
E’ del 1979 “Misurazioni”, il libro che conclude il progetto sperimentale del laboratorio-scuola di formazione artistica tra arte, multimedia e design, ideato per la Regione Basilicata. Questa esperienza lo avvicina sempre più all’insegnamento che, dalla fine degli anni Settanta in poi, diviene parte integrante del suo lavoro dʼautore.
Tra il 1991 e il 2000, in qualità di direttore dellʼAccademia Carrara di Belle Arti di Bergamo, inserisce nella sua innovativa programmazione interdisciplinare numerosi eventi culturali dedicati ai giovani artisti come: “Arte & Impresa”, “Clorofilla” e “Accademie in Europa”, in collaborazione con Vittorio Fagone e la GAMEC di Bergamo. Dopo questa complessa esperienza culturale, riprende il suo lavoro dʼautore.
Varie sono le tematiche e le sperimentazioni sviluppate nelle sue opere nel corso degli anni: dagli slittamenti di senso, alle variazioni; dalle analogie al rapporto con il paesaggio e i luoghi dell’arte, come nelle opere site specific che appartengono alle ricerche degli ultimi anni.
Dal 2005 in poi intensifica la sua attività artistica distaccandosi ulteriormente dall’idea di una fotografia fine a se stessa, nell’intenzione di rendere più leggibile, attraverso la sperimentazione, il rinnovamento teorico e pratico dell’immagine che attraversa altre discipline e saperi diversi.
Come docente, tiene corsi di Teoria e metodo della fotografia al Politecnico di Milano, all’ISIA di Urbino. all’Orientale di Napoli, alla Facoltà di Lettere di Parma, allo IED e alla NABA di Milano e dal 2004 al 2011 nel biennio di specializzazione in Fotografia allʼAccademia di Brera di Milano.
Per diversi anni è visiting professor all’Ecole d’Arts Appliqués di Vevey (CH).